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1264. Francesco Sforza al potestà di Castell'Arquato 1451 agosto 18 Lodi

Francesco Sforza dice al potestà di Castell'Arquato che a lui si sono rivolti gli ambasciatori del luogo lamentandosi dei maltrattamenti subiti dai soldati lì alloggiati; lo invita a porre rimedio.

[ 296v] Potestati Castri Arquate.
Sonno venuto da nuy li ambassatori de quella terra nostra a gra(va)ndosse molto et lamentandossi deli maltractamenti che gli fano quelli nostri soldati allogiati là, tum in robbarli le cose loro, tum etiamdio in ferire deli loro homini, et cetera. Dela qual cosa molto se maravigliamo perché tu non provedi a questi excessi et loro male deportamenti, como hay per ordine nostro et como hay in commissione et commandamento. El perché de novo te replicamo et dicemo che, accadendo che per alcuni d'essi soldati sia commisso fallo o manchamento alcuno contra essi dicti homini, che subito esso delinquente lo fatti pigliare et statim ne avisaray, perché deliberamo omnino che chi falla sia debitamente punito; siché in questo faray che dal canto tuo non intervengha ni exceptione ni manchamento alcuno. Alla parte che ne hano domandati dicti ambassatori, che vogliamo fare allozare dicti soldati dentro la terra, ti avisamo che gli havimo compiaciuto saltem per finché loro habbiano facto le soe vendemie et per l'alligata scrivemo ad essi soldati opportunamente che debiano intrare in essa terra ad allozare, como vedray per la copia inclusa. Siché confortarali ad levare et fare quanto gli scrivimo integramente et senza exceptione alcuna. Data Laude, die xviii augusti 1451.
Cichus.