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1302. Francesco Sforza a Giacomo da Cortona 1451 novembre 9 Parma

Francesco Sforza risponde alla lettera di Giacomo da Cortona, officiale sulle liste dei lavori del castello di Milano, in merito alla sua richiesta di esercitare gli offici detenuti da Giovanni Chiapano e Giangiacomo Dugnani. Per il momento li eserciterà entrambi, ma per ogni cosa dovrà riferirsi a Giovanni da Milano e a Filippo d'Ancona.

[ 301v] Iacobo de Cortonio, officiali super listis laboreriorum castri Mediolani.
Havimo recevuto la toa littera et inteso quello ne scrivi, te respondemo: et primo circha la parte che tu dici vorere exercitare l'officio che havea Iohanne Chiapano et Iohanne Iacomo da Dugnano, dicimo che nostra intencione è che tu exerciti l'officio che haveva lohanne Iacomo da Dugnano, et l'officio che haveva lohanne Chiappano volimo dare ad uno altro, perché noy intendimo molto bene quello che è da dare l'uno et l'altro; ma per finché gli provediremo de uno altro, siamo contenti et volimo che tu exerciti ambi duy dicti officii et cossì scrivimo ad Iohanne da Milano et ad Filippo d'Ancona che te debiano mettere alla possessione, recordandote che tu vogli giocare netto, perché la prima cosa che noy trovarimo che tu fessi mancho del dovere, noy te darimo ad intendere haveray facto male. Et oltra ciò te commandiamo et volimo che tu da per ti stesso non debie fare nulla, ma in ogni cosa te debie intendere cum li dicti Filippo et Iohanne de Milano et fare quanto per loro te sarà ordinato et dicto. Volimo imperò che tu habii cura et sii sollicito ali facti nostri, como noy ne confidamo in la fede toa. Ceterum, perché intendimo che tu hay tolto uno chiamato Bartolameo Giotto, quale già altre volte è stato adoperato in tenere una lista delli lavoranti de quello nostro castello et lo fessimo cassare per bono respecto, ne maravigliamo grandemente che tu l'habii tolto; pertanto volimo, recevuta questa, tu gli debi dare licentia et da qui inanze non tore veruno che habia sallario da noy senza consentimento et licentia del dicto Filippo et lohanne da Milano. Et circha le cose dellà, volimo che tu faci quanto per li dicti te serà ordinato et che in ogni cosa che tu habii ad fare, te debii intendere con li predicti et da per ti non volimo faci nulla. Parme, viiii novembris 1451.
Cichus.