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1304. Francesco Sforza a Gabriele de Curte 1451 novembre 9 Parma

Francesco Sforza rimprovera Gabriele de Curte di aver trattenuto in casa sua 886 lire e 8 soldi che erano del prevosto di Santa Tecla, soldi che si è rifiutato di dare agli officiali di sanità e all'economo della città dicendo che non erano del detto prevosto. Consegni subito il denaro a Leonardo Brunello, economo del duca.

Gabrielo de Curte, civi Mediolanensi.
Siamo certificati deli offitiali nostri sopra la sanità de quella cità e dal'iconimo che apresso te sonno libre octocento octantasey et soldi octo imperiali, che erano quondam del prevosto de Sancta Techla, trovate in casa sua; le quale, havendote rechiesto loro per nostra parte per uno certo nostro facto, hay recusato darle et facto excusa che quelli dinari non erano del dicto prevosto, et cetera. Del che non possimo se non maravigliarse et dolerse de ti, che habii usato questa pertinatia et tu vogli essere quello desturbi li offiali et ordini nostri. Pertanto te admoniscamo et commandiamo che subito, vedute le presente senza fare più dificultà né scusa in questa cosa et siamo assay informati como la cosa passa, debbi numerare integramente dicti denari ad Leonardo Brunello, nostro iconimo, presente exibitore ad nostro nome. Et in questo non mancheray in cosa alchuna, se tu hay cara la gratia nostra. Data Parme, die viiii novembris 1451.
Cichus.