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1314. Francesco Sforza a Gaspare Vimercati 1451 novembre 10 Parma

Francesco Sforza commenta con Gaspare Vimercati la notizia falsa della morte del duca: questi frangenti aiutano a distinguere i veri e fedeli servitori dagli altri. Cerchi di indagare sulla faccenda del figlio di Ambrogio Grasso e sui motivi della sua cattura; non prenda alcun provvedimento finché il duca non sarà a Lodi per meglio intendere i fatti.

[ 304v] Comiti Gasparri de Vicomercato.
Respondendo ad la toa littera de dì vi del presente, continente il facto de quella vociferacione che era stato dicto et quasi certificati che noy eravamo morto, et che è stato grande fatica havere exradicata dicta nova dal'animo de molto, et cetera, dicemo et siamo certi che tu dici el vero; pur la cosa sia como se voglia, noy siamo qui ad Parma per Dio gratia tutti sani, lieti et de bona voglia et staremo qui anchora doy o tri dì, poy retornarimo ad Lode, che se vederà et intederà se sarimo morti o vivi, advisandote, Gasparro, che ale volte è bene che accade de tale cose per cognoscere l'animo bono delli veri et fidelissimi nostri servitori dali altri; et havimo havuto ad carissimo de quelli ne hay advisato. Et cossì te dicimo et caricamo che tu voglia havere molto bene l'ochio ad quelli che ad questa volta se sono monstrati nostri amici da quelli che havessero facto più uno motivo che uno altro, ad ciò che cum lo tempo se possano recognoscere li boni dali altri, et cetera. Et in questo te caricamo quanto possimo che tu vogli havere et fargli havere bona advertentia et diligentia per cognoscere l'animo delli homini, monstrando sempre bono volto et careze ad tutti; et in questo facto governarete cum la la toa solita prudentia. Ceterum circha lo facto del figliolo de messer Ambroxo Grasso, dicimo che noy non intendimo perché cosa sia stato pigliato; pur sia la cosa como se voglia, per tuo amore siamo contenti se soprastia circha li facti soy et che non gli sia facta novitate alchuna in la persona, per finché noy sarimo ad Lode per intendere meglio lo facto suo; et scrivimo al nostro capitaneo della iusticia che debia soprasedere et circha li facti soy non fare altra novitate per finché haverà da noy altro in contrario. Parme, x novembris 1451.
Ad consolacione toa te advisamo como in questa hora noy havimo littere dali nostri che sono a Zenoa, che hanno concluso la liga et inteligentia cum Zenoesi; et non te scrivimo più chiaramente perché alla venuta da Antonio Guidobono, quale spetamo de hora in hora, te advisarimo poy del tutto largamente.
Cichus.