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1386. Francesco Sforza a Bartolomeo de Urigia e a Gracino da Pescarolo 1451 novembre 22 Cremona

Francesco Sforza scrive a Bartolomeo de Urigia e a Gracino da Pescarolo in merito a un'istanza presentata dall'Università per l'ufficio della bidelleria in favore di Giovanni Tedesco, posto che prima occupava Giovanni Bidello.

[ 320v] Duci Bartholomeo de Urigia et Gracino de Piscarolo.
Per fine a dì xxv del mese de septembre proxime passato, la università de quello nostro felice studio ne scripse et cum grande instantia ne suplicava che volissimo concedere l'offitio della bidellaria, quale olim teneva Iohanne Bidello, et uno Iohanne Todescho, quale era molto laudato et commendato dalla dicta università; et nuy per compiacere alla richiesta che ne faceva dicta università, restassimo contenti et cussì li concedessimo bidellaria et fessimo fargli la littera. Mò sonno vinuti qui da nuy li figlioli ch'erano del dicto Giohanne Bidello, dicendo et alegando che la littera, che ne portò dicto Giohanne Todescho, non fo facta de voluntade et consentimento de tucta la universitate, ma che forono tri o quatro che la fecino fare in nome della dicta università et che gli vogliamo dare dicto offitio ad loro. Dela qual cosa ne semo alquanto meravigliati; et perché non volimo dir de sì et pò desdire, volimo et cussì per questa ve ordinamo et commettemo che debiati dilligentemente et subtilmente inquirere et investigare per tucti quelle vie et modi ve pareranno più necessarie, de trovare la viritade de questa cosa et videre et saper molto bene se è vero questo, che questi figlioli de Iohanne bidello dichono, cioè quella littera non fosse facta de consentimento de tucta la università, ma da tri o da quatro et secondo haveriti trovato, vogliati advisarne chiaramente come la cosa è passata et non vogliati compiacere ad homo che sia, ma solamente scriverne la propria veritade, certificandove che, se fareti el contrario, ne fariti cosa che ne dispiacerà summamente, et dei facti vostri ne chiamarimo malcontenti; siché vogliati meglio a nuy et dirne la veritade che a nisuna altra persona et dirne la busia. Data Cremone, die xxii novembris 1451.
Iohannes.