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1409. Francesco Sforza alla comunità e ai signori di Bologna e al cardinale di Bologna 1451 novembre 26 Cremona

Francesco Sforza scrive alla comunità e ai signori di Bologna in merito a quanto accaduto a Nicolò Pendaglia, derubato e malmenato da uomini di Scariotto da Favenza, chiedendo sia resa la roba rubata e siano puniti i malfattori.

Communitati et dominis Bononiensibus.
Lo egregio cavalero Nicolò Pendaglia, nostro famigliare, ne ha facto querella che, venendo da Ferara et passando per lo vestro territorio per essere qua da noy, è stato robato da quelli de Schariotto da Faventia, quali gli hanno tolto uno suo ragazo et denique lo hanno molto maltractato e in dicti et in facti; la qual cosa habiamola havuta noy non manco molestissima che luy stesso. Et perché vogliamo noy che li subditi della sanctità del nostro signore il Papa et cossì quelli de quella magnifica comunità possano andare, vegnire et stare in lo territorio del dominio nostro liberamente et senza alchuna molestia, siamo certi che la Sanctità soa et cossì le magnificencie vestre vogliano che il simile possano fare li subditi nostri nel dominio suo. Et però ve confortiamo et preghamo che vogliati providere ch'el dicto messer Nicolò rehabia integramente la robba sua et il dicto suo ragazo, siché non possa lamentarse più iustamente, certificandovi che oltra fareti il dovere, noy l'haverimo etiam molto grato. Facendo proinde tale punicione verso li malfactori, segondo ve parerà conveniente et raxonevole, siché intendiamo le vestre magnificencie havere similmente recevuto dispiacere assay, offerendosse noy ad tutti li boni piaceri soy. Cremone, xxvi novembris 1451.
In simili forma, mutatis mutandis, scriptum fuit domino cardinali legato Bononie, data ut supra.
Iohannes.