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142. Francesco Sforza al Regolatore e ai Maestri delle entrate sine anno [1451] gennaio 27 Lodi

Francesco Sforza fa presente al Regolatore e ai Maestri delle entrate che il podestà e il capitano della cittadella nonché gli altri castellani di Parma si lamentano di non essere stati pagati né l'anno passato né l'anno in corso. Il duca vuole si chiarisca che si debba fare dei denari in mano ai dazieri e comunque egli intende pagare i predetti salariati.

Regulatori et Magistris intratarum.
El podestà (1), capitaneo della cittadella (2) et tutti li altri castellani de Parma se lamentano che, non obstante gli siano corse le bolle opportune circha lo facto delli loro pagamenti del'anno passato et cossì del'anno presente, tamen loro non hanno possuto havere dinaro alcuno, perché le intrate nostre sonno occupate et li denari anchora sonno tenuti sospesi per li datieri. Pertanto volemo che, tutta volta sia chiarito quello deve essere delli dicti denari che sonno in mane delli datieri, vuy ordinati che d'essi dinari non ne sia tochato uno al mondo, perché intendimo de satisfarne li salariati predicti, ma non volimo per che toccati de questi denari fimché, como havimo dicto, sia dechiarito quello ne deve essere. Et alhora ne advisati, perché ve responderimo quanto haveriti da fare in questo facto. Laude, xxvii ianuarii.
Cichus.


(1) Identificato come Giovanni Giordani da Pesaro (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 459).
(2) Identificato come Antonbono Maletta (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 643).