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1544. Lancillotto Crotti a Francesco Sforza 1451 dicembre 19 Milano

Lancillotto Crotti scrive a Francesco Sforza in merito alla riforma sul sigillare et segnare della corrispondenza del Consiglio segreto, riportando la situazione a quella esistente al tempo di Filippo Maria Visconti.

[ 373r] Domino duci Mediolani.
Ho recevute le humanissime littere della excellentia vostra per (a) le quale ella scrive della reformacione delo ordine de sigillare et signare et redure ad quello ordine como era al tempo del'illustrissimo signore passato, la qual cosa me piaze, quanto se possa dire, et è molto laudevele secondo bene (b) alla prudentia dice la signoria vostra de servare li dicti ordini, né se porria dire meglio regranciando infinite volte essa vostra signoria ove che per sua humanità dice non intendere, per questo, levare a me preheminentia né offitio et cetera. Questo è per la affectione, quale essa excellentia, per sua gratia, più che per mey meriti sempre me ha portato e portata la quale, me studiarò de satisfare con uno continuo desiderio de sempre bene et fidelmente servire, avisando la sublimità vostra che per questo a me non se leva preheminentia alcuna, perché queste tale littere comune che tucto el dì se ordeneno per lo vostro consiglio, io non le signaria ne sigillaria al tempo del prelibato signor duca passato, ma le sigilava lo secretario con uno sigillo minore, lo quale ha facto bene la excellentia vostra, seguitando pure quello modo a dare (c) alli presenti vostri secretarii fidelli et suffitientissimi. Et per chiarire de tucto la mente vostra, le littere, quale al tempo del prelibato duca passato, si sigellaveno del dicto sigillo grande signate per mi erano solamente littere de gratie, de donatione de terre, possessione et altre cose, littere de tucti li officii et de tucte le castellanie et de tucti li contrasigni se dasevano alli castellani, queste predicte cose erano expedite per mi et per lo dicto sigillo grande, et non le altre (d) predicte comune, dele quale hora scrive la signoria vostra, le quale me bisogna sigillare a mi in el tempo vostro, non siando qui altro sigillo appresso al secretario. De quelle altre predicte de gratie, de officii, donatione, et cetera, da poy che la excellentia vostra me dedi sigillo may non (e) me n'è stata presentata alcuna per sigillare et per consequente non le ho sigillate, ma se me serano portate, le expedirò sempre segondo scrive la excellentia vostra. Non me siando ancora portate, non me sirà però per questo tolta preheminentia alcuna, como quello che de littere che io expedisse al tempo del prelibato duca passato, né al tempo della excellentia vostra may ne guadagnasse uno solo dinaro, né intendo de guadagnarne, ma a me è stato assay sempre et cossì voglio sia per lo presente et per lo avenirede fare el debito et honore mio. Data Mediolani, xviiii decembris 1451.
Servitor Lanzalotus Crotus.


(a) Segue le humanissime littere depennato.
(b) Da alla prudentia a ove che a margine.
(c) Segue quello modo ad dare depennato.
(d) Segue altre depennato.
(e) Segue ne ho depennato.