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1685. Francesco Sforza al capitano della Martesana 1451 settembre 23 Lodi

Francesco Sforza vuole che il capitano della Martesana si informi di quanto e cosa prete Antonio da Robbia ha rubato al prevosto da Pontirolo alla sua morte e dove sia, minacciando detto prete di deferirlo, se reticente, all'arcivescovo di Milano.

Capitaneo Martesane.
Siamo informati che uno prete Antonio da Robbia el quale se retrovò a Milano ala morte del prevosto da Pontirolo, ha havuto de molta robba sutille et libri et carte et scripture et etiam dinari che erano del dicto prevosto, quali trafugò quando manchò el dicto quondam prevosto. Et deliberando nuy per ogni modo sapere quello è seguito de questa tale robba, vogliamo et cossì ve commettiamo che subito, vedute le presente, debiate investigare et provedere per ogni modo de havere da vuy dicto prete Antonio et havuto, lo recerchate, et con bone parole et con menaze, de farlo mettere nel mano del arcivescovo de Milano et con quelli megliori modi che vi parerano meglio, de intendere et sapere se luy ha dela dicta robba et s'el sa dove ne sia, cussì de dinari como d'altri; [ 333v*] et atrovandone alcuno indicio o certeza, volimo provediati che nisuna cosa passa in sinistro. Ceterum frate Lorenzo Chiappano, presente exibitore, ve nominarà uno el quale ce ha referto che novamente è fugito da Milano con una bona quantità de ducati, quali ha tolti ad certi preti chi sonno morti. Il perché ve commettiamo che con ogni diligentia procurate de haverlo nel mano et cavarne el vero, et de quanto seguirà in questa facenda, vogliatine subito avisare per vostre littere. Ex Laude, die xxiii septembris 1451.
Cichus.