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1707. Francesco Sforza al podestà e al castellano di Vigevano 1451 settembre 27 Lodi

Francesco Sforza scrive al podestà e al castellano di Vigevano di aver graziato Giovanni Guastamiglio, alias Rebaglio, e di avergli consentito di ritornare; vuole venga trattato come gli altri dal momento che ha giurato che nulla farà contro lo stato. Raccomanda, infine, cura e attenzione nel preservare quella terra dalla peste.

Potestati et castellano Viglevani.
Nuy havemo havuto informatione della casone et imputatione era facta ad Iohanne Guastamiglio, alias Rebaglio, figliolo de Franceschino de quella nostra terra de Vigevano, per la quale lo tenevamo di fuora de quella terra et, tum perché in luy non trovamo se non pocho diffecto, tum etiam per rispecto che li suy sonno morti et la casa sua si trova senza regimento, gli havimo facta gratia che possa repatriare et retornare ad habitare in quella nostra terra. Pertanto volimo debiati ordinare ch'el dicto Iohanne possa vinire liberamente alla dicta terra et stare et habitare [ 338v*] lì liberamente, como fanno li altri de quella terra, nonobstante cosa alcuna havesse facto nel passato, perché de tucto gli havimo facto remissione et gratia, tolendo però da luy promessa cum sacramento che ne sarrà fidele ad nuy et al stato nostro et non cercharà nì temptarà cosa alchuna contra nuy et lo stato nostro in formo opportuna et autencticha, como meglio vi parerà. Ceterum volimo debbiati attendere cum ogni vostra diligentia et studio ala conservatione di quella nostra terra dala peste, facendo servare et inchiodare tucte le case infecte con tucte l'altre provisione vi pareranno necessarie, perfino virrà lì quello mandarà el nostro Conscilio secreto al quale dariti ogni favore et adiuto expediente. Ex Laude, die (a) xxvii septembris MCCCCLI.
Cichus.


(a) Segue xx Laude depenato.