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1755. Francesco Sforza a Francesco e Guido Visconti 1451 ottobre 7 Lodi

Francesco Sforza ordina a Francesco e Guido, fratelli Visconti, di non porre alcun ostacolo all'azione del capitano del Seprio che sta indagando sugli autori di un omicidio commesso sulle loro terre; vuole che sia consegnata al capitano ogni cosa tolta ai delinquenti.

Domino Francisco militi et doctori et Guidoni, fratribus de Vicecomitibus.
Como doveti sapere, nuy scripsimo al nostro capitaneo del Sepro, et cussì gli commissimo a bocha, che dovesse ritirare ala Camera nostra alcune terre et lochi de (a) la iurisditione di quello nostro capitaneo, quale vuy teneti occupati; poy, successive, ad requisitione vostra, nuy remanessimo contenti che soprasedesse in quello, como pienamente per nostre littere gli scrissimo, perfin a tanto che nuy gli scriveressimo altro in contrario. Hora mò, essendo occorso certo homecidio in esse terre inanti la dicta suspensione, pare, secondo ne ha referto dicto capitaneo, che non lassati fare l'offitio suo in procedere contra quelli hanno commesso dicto homicidio et gli haviti tolte certe robbe et cosse alo dicto delinquente per casone de dicto delicto; [ 349v*] dela qual cosa ne maravigliamo. Pertanto, essendo cussì, vi committiamo et volimo che debiati prestare patientia al dicto capitaneo ch'el possa far l'offitio suo et procedere contra li dicti delinquenti, facendo ad esso consignare integramente ogni robba tolta, et liberamente, siché da vuy non se possa lamentare essere stato impedito in el dicto offitio suo, el che ne seria molto modesto. Data Laude, die vii octobris MCCCCLI.
Cichus.


(a) Segue quella depennato.