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18. Francesco Sforza a Marco Attendolo 1450 dicembre 24 Lodi

Francesco Sforza comunica a Marco Attendolo che il conte Lazaro ha presso di sé cavalli e robe di Vitaliano Borromeo. Se il conte Giorgio vuole informazioni su ci , si rivolga a Francesco Maletta.

[ 18v] Marcho de Attendolis in Burgonovo.
Veduto quanto tu ne scrivi della contradicione è tra el conte Giorgio et quelli nostri homini da Borgonovo, che omniuno allega non essere tenuto al paghamento o assignamento de quelli cavalli et robbe che sonno de Vitaliano Borromeo, et cetera, te respondemo che qui aprono (a) noy al presente se trova Francesco Maleta, nostro famiglio, al quale noy alora commectemo la cura de quelle cose. Ne ha dicto chiaramente che cavalli et robba lo conte Lazaro se chiam haver in conservo o in deposito aprono sì et che de questo luy ha lettera in bona forma del conte Lazaro et anche lo inventario che luy li mand , ma che le ha a Mediolano et che tutto questo ne dice a noy, altre volte haverne dicto neli dì passati a Mediolano al conte Giorgio largamente in diverse volte et, quando el conte Giorgio per sua chiareza volesse vedere la dicta lettera et inventario mande a Mediolano al dicto Francesco, che gene darà la copia. Et cossì havemo ordinato. Et, havendo noy tale informacione, volemo che tu provedi per quello modo che te pare che sopra quello è romasto del conte Lazaro noy habiamo nostro dovere et fa spachiare Zohanne dal Purgatorio, nostro famiglio, delli dicti cavalli et robba subito, per modo che non sia più menato in lungo, como è stato fim m . Et de questo fa che non te ne haviamo a scrivere più, avisandote ulterius ch'el dicto Francesco ne dice esserse obligato el dicto conte Lazaro conservare dicti cavalli et robbe, non assignando si non al dicto Francesco o a chi portasse lettera sottoscripta de nostra manu propria, como l'ha observato, se p vedere per experientia. Say m quello hai a fare in questo. Dele altre cose che tu ne hay scripto, non dicemo altro, se non che tu te debbi intendere con li Magistri delle intrate. Laude, xxiii decembris 1450.
Cichus.


(a) Così in A.