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1817. Francesco Sforza al capitano della Lomellina 1451 ottobre 16 Belgioioso

Francesco Sforza rimprovera al capitano della Lomellina il suo comportamento, non essendovi altro territorio dove si facciano tante insolenze, questioni, omicidi. Ricorda quanto è occorso al fattore di Domenico Maletta, assalito e derubato di pezze di panno da due famigli di Guglielmo Barbavara di Gravellona e da altri. Faccia di tutto per prendere tali delinquenti.

Capitaneo Lomeline.
Possiamo bene dire con verità essere pezo servito da ti che da officiale che habiamo nelle terre nostre, perché non (a) havemo paeso veruno dove se fazano tante insolentie, questione et homicidii como sonno in quella Lomelina; et non bisogna dire che may gli faci provisione veruna, né che ce advisi cosa alcuna acciò gli possiamo provedere nuy; de che quanto te debbiamo rengratiare lo lassiamo iudicare a ti. Tu vederay quello ne scrive il podestà nostro de Mortaria per la inclusa del caso novamente seguito fra Viglevano et Mortara che, andando da Mortara a Viglevano uno factore de Domenico Maletta con peze tre de panno cum uno Ambrosino dela Chiesa in compagnia, sonno stati assaltati da doy [ 361r*] famigli de Guilielmo Barbavayra da Gravallona, chiamati l'uno Schiavo Zoppo et l'altro (b) Furlano, quali gli hanno tolto il panno et dece ducati et altre cose; al quale robamento sonno ancora trovati Andrea da Caravazo fratello et uno Iacomo famiglio de Gasparino da Caravazo, homo d'arme, del magnifico Bernabò da Sanseverino, li quali arrobatori deliberamo havere tuti nelle mano. Pertanto volemo che subito, havuta questa, remossa ogni casone et senza indusio debbi andare personalmente ad Mortara et intendoti col podestà, al quale havimo scripto se intenda con ti, volemo tegni quelli modi et vie te pareranno se dovessi già andargli con tucto lo populo de Mortara, che habi nelle mano lo Furlano, famiglio de quello Guilielmo Barbavayra et anche lo dicto Guilielmo et similiter habii nelle mano quello Gasparino da Caravazo homo d'arme de Barnabò, et Andrea suo fratello, et quello Iacomo suo famiglio. Et in questo te sforza con ogni diligentia et studio ad ti possibile ad satisfare questa nostra voluntà perché non poressi fare cosa quale più ne contentasse de questa; et e converso pensa che seria iniungere malum malo, siché a questa volta fa per modo cognoscamo quello tu vale. Tu sey sul facto siché te governerà cum prudentia et intellecto, che costoro non sentissero questo et facessero fuga, et che adimpisse questa nostra voluntà. Li quali havuti nelle mano, faray mettere im presone, facendogli bene custodire insieme cum quello Schiavo Zoppo ha lo podestà de Mortasa, et ne advisaray de tucto como haveray facto, remandandoci la littera inclusa del podestà de Mortaria. Data Belzoiosii, die xvi octobris 1451.
Cichus.


(a) Segue ne depennato.
(b) et l'altro ripetuto.