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1819. Francesco Sforza a Donato da Milano 1451 ottobre 16 Belgioioso

Francesco Sforza rimprovera Donato da Milano le parole villane usate contro il luogotenente di Cremona e Giacomo da Camerino, ricordando che tutti gli ufficiali ducali devono essere trattati come se fossero il duca in persona. Vuole, poi, che avverta i famigli che stanno a guardia delle biade sulle sponde dell'Oglio che non tocca loro riscuotere il dovuto, ma avvisare il duca, che dirà loro come comportarsi.

Donato de Mediolano.
Habiamo recevute littere dal nostro locotenente de Cremona et da ser Iacomo da Camerino nele quale se lamentano de ti perché hay pigliato et facto mettere in presone uno molinaro a Castigliono, perché debbe havere contrafacto, et cetera, et anche perché gli hay dicto villanie per alcune toe littere; della qual cosa, se cussì è, molto si maravigliamo et dolemosi de ti perché non deveresti inhonestarti contra esso locotenente, né ser Iacomo, né altri [ 362r*] officiali nostri, avisandoti che nostra intentione è che tucti li nostri officiali siano temuti et reveriti non altramente che la nostra propria persona; ma se esso locotenente o dicto ser Iacomo havessero fatto cossa alcuna che si paresse non fosse da fare, tu ne devevi avisare nuy. Ti ne vogliamo adonque havere scripto, perché da mò inanti sii più costumato. Ceterum, perché nuy intendiamo che quelli nostri famigli, quali stanno alla guardia dele biade sopra la rippa d'Oglio pigliano deli homini et puoy gli rescodano a suo modo; la qual cosa molto ne dispiace. Ti commettiamo et voglimo che debbi trovare dicti famigli de uno in uno et admonirgli che, pigliando homo alcuno in defecto, non lo debiano scodere, immo avisarcene nuy perché li advisaremo nuy de quanto haverano ad fare. Data Belzoyosii, die xvi octobris 1451.
Iohannes.