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1835. Francesco Sforza al Consiglio segreto sine data [1451 ottobre] sine loco

Francesco Sforza rimprovera ad alcuni membri del Consiglio segreto la loro indolenza nel recarsi a Chiaravalle, impedendo, in tal modo, al Consiglio di funzionare regolarmente. Adduce il caso di documenti venuti da Roma da tre giorni e per i quali si richiede il parere del Consiglio per la risposta da dare, ma nulla si è fatto ancora.

Dominis de Conscilio secreto.
Più volte ve habiamo comfortato et scripto che ve volisti redurre tucti inseme a Cheravalle per attendere ad quelle cose che sonno da fare, et non ne pare che l'habiati facto, immo seti più divisi che prima; el che, quanto sia honore ad vuy et utile ale cose nostre, remettiamo al iuditio vostro. Sapeti che de hora in hora ponno achadere dele cose le quale per non farli expediente provisione, potria generare pericolo et scandolo. Sapeti etiandio che ogi è lo terzo dì che ve mandassimo certe scripture havute da Roma aciò ne respondesti il parer vostro dela risposta gli dovevamo (a) dare, et fin al presente non ne haviti resposto, che credimo procedere per l'absentia vostra. Et ne fa molto meravigliar di vuy, considerato che, per tal tardanza, non pò seguire se non vergogna et detrimento al stato nostro; et como dicimo de questo, dicimo etiamdio de molte altre cose che poteriano achadere. Pertanto ve repplicamo de novo et ve confortiamo, caricamo et stringimo che ve vogliati retrovare inseme al meglio che se pò in Chieravalle et attendere ale cose che occorreranno. Et questo vogliati far tanto più volonteri quanto che andando nuy verso Parma multiplicaranno le facende in queste parte, ale quale bisongniarà suppliati vuy. Apresso ve recordiamo (b).


(a) Segue fare depennato.
(b) Così si interrompe la missiva.