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1840. Francesco Sforza al podestà di Pavia 1451 ottobre 20 Piacenza

Francesco Sforza ordina al podestà di Pavia di mettere i cinque schiavoni, da lui detenuti, in libertà di là dal Po, restituendo loro, sia da parte sua che dall'ufficiale del porto del Tono, ogni loro cosa. Quanto a Facino Fiamberto e compagni appuri la verità, non lasciandosi subornare da nessuno. Infine lo loda per aver fatto restituire i buoi a quelli di Chignolo.

Potestati Papie.
Havimo recevute toe littere continente più parte, ale quale respondendo et, primo, alla parte de quelli cinque schiavoni destenuti apreso te in li quali non trovo altro defecto né manchamento alcuno, volimo et te commettimo che non gli trovando altro che quanto tu ne scrivi, che tu gli faci restituire ogni cosa del suo fino ad uno pontale de stringha, facendo ch'el officiale del porto del Tono gli restituisca tuti li loro denari senza mancamento de uno picolo, chiarendolo bene che s'el gli retinirà uno minimo bagatino, guay a luy; et facto questo, farali mettere dellà da Po in sua libertà, non gli lassando fare nocunente alcuno. Alla parte de Facino Framberto et li compagni che debbeno havere ferrito quello molinaro et commissi quelli excessi de notte, te dicimo ch'el non è signore al mondo a chi più [ 367r*] spiaceno simile cativance che noy, et quando se trovi sia vero quanto tu ne scrive, non volimo per cosa del mondo che passa impunite, ma guarda haverne bona et chiara informatione, non te lassando subornare da veruno che forse gli volesse malo. Vede adonque de intendere bene la cosa et de novo avisarne como passa la cosa, et similiter avisane como haveray facto circha el facto de quelli schiavi et s'el gi serà restituito ogni cosa del suo. Alla parte de quelli de Cognolo, ali quali hay facto restituire li bovi, dicimo che tu hay facto bene, perché havimo vera informatione che quella terra non è puncto infecta de morbo. Data Placentie, die xx octobris 1451.
Iohannes.