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207. Francesco Sforza a Villano da Gualdo 1451 febbraio 4 Lodi

Francesco Sforza ordina a Villano da Gualdo di consegnare le chiavi di quel luogo a Bartolomeo da Cremona per i lavori che sta facendo con Zampono. L'ammonisce poi per la cattiva guardia della rocca e gli segnala come deve comportarsi con le varie persone che il duca elenca. In ogni caso non deve lasciare intrare tante persone lì dentro in uno tratto che le fosseno più forte che ti, governando sempre cum bona discretione.

[ 61r] Villano de Gualdo.
Non obstante che ali zorni passati te scrissemo che dovesse tenere appresso de ti le chiave del recepto de quello loco, volimo nondimancho che tu debbi dare dicte chiave a Bartholomeo da Cremona, nostro famiglio presente portatore, perché per li lavorerii che hanno luy et Zampono (1) in le mano è necessario habiano uno de loro dicte chiave, et cura non falli. Appresso te scrissemo ancora como nuy havevamo havuto aviso da quilli dal canto de là che per la malla guardia et modi se facevano per ti in quella rocha pareva ad alcuni molto facile a tuore dicta rocha, per la qual cosa te scrissemo quanto tu hai veduto, ma nondimanco, Villano, le cosse se vogliono governare cum discretione, perché nuy non dicemo miga che tu non lassi intrare in quella rocha Bartholomeo predicto et l'altri nostri che sonno lì né ancora doi o tre o quatro la volta de quelli fanti et deli homini nostri dela terra, perché nostra intentione è et cossì te comandiamo debi fare che tu lassi intrare et usire li dicti Bartholomeo, Zampone, magistro Aguzo, magistro Ferlino et Pedro da Cortona, quando fusseno lì dala dicta rocha, a loro piacere cum doi o tre o quatro o cinque altre persone in loro compagnia et lassarli tuore de quelle municione che li serano necessarie per quelli lavorerii. Deli homini dela terra possano intrare in fin a quatro o cinque insieme la volta per loro facende; de quelli vengono de là d'Adda non volimo gline lassi intrare niuno senza nostra expressa licencia, facendo guardare el ponte dela dicta rocha per modo non gli possa intrare veruno senza toa licentia. Et in conclusione non lassar intrare tante persone lì dentro in uno tracto che le fosseno più forte che ti, governando sempre cum bona discretione. Ben te dicemo che de questi nostri nominati de sopra te possi fidare como de nuy medessimi. Laude, iiii februarii 1451.
Iohannes.


(1) Zampono da Nogarolo.
(1) Aguzzo.