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300. Francesco Sforza a Filippo da Ancona 1451 febbraio 13 Lodi

Francesco Sforza scrive a Filippo da Ancona di avere appreso quanto si fa nel castello. Per quanto riguarda il legname, vuole che tutti quelli che hanno avuto licenza di tagliarlo possano condurlo dove a loro gradirà.

[ 78r] Filippo de Ancona.
Havemo recevuto la toa littera et inteso quanto ne scrivi dello lavore che se fa in quello nostro castello. Dicemo che n'havemo havuto grande piacere et cossì vogli ogni dì advisarne como se verà facendo et lavorando in ogni loco. Alla parte del ligname che haveanno tagliati quelli ad cui noy et la illustrissima nostra consorte havemo concesso licentia, dicemo che ne pare che ricordi molto bene et cossì per questa te dicemo che noy siammo contenti et volemo che tutti quelli haveano licentia, quali habianno adcomenciato et facto tagliare il legname, et ch'el dicto legname sia tagliato neli boschi, possano et debbiano fare condure tutto dicto loro legname dove gli piacerà et parerà. Ma volemo che tu habbie et fazi havere bona cura et diligentia alli dicti boschi che non sia tagliato un solo tristo ligno, et sia et habbia nome como voglia, senza nostra licentia in scriptis et fatigli havere tale et sì facta guardia che tu né noy siamo inganati, altramente ne gravarimo delli facti toi, como per altre nostre te havimo scripto. Perché sarimo presto lì ad Mediolano, vogli solicitare et sforzate in ogni modo de havere tanti denari in mane toe che alla nostra venuta lì possiamo fare paghare integramente tutti quelli lavoranti de quello deveranno havere fino al dì che noy saremo là. Et, per contentare questa nostra voluntà et animo, fa che non gli lassi manchare niente, siché in ogni modo troviamo parichiati dicti denari quando saremo lì. Laude, xiii februarii 1451.
Cichus.