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335. Francesco Sforza al capitano di giustizia [Galeotto Ratti] 1451 febbraio 17 Lodi

Francesco Sforza informa il capitano di giustizia che Giacomo Piccinino, prima di essere liberato, deve versare a Luchina Dal Verme i centottanta ducati di cui è debitore. Non venga comunque rilasciato senza licenza del duca, che vuole ottenere da Piccinino altre garanzie.

Capitaneo iusticie (1).
Noi siamo informati per littere dela magnifica madonna Luchina dal Verme che Iacomo Picinino, sostenuto lì apresso a vuy, gli è obligato et debitore de ducati cento octanta et pere (a) questo volimo che esse (b) Iacomo Picinino inanti la sua liberacione la faza cauta, secura et contenta deli dicti ducati cento octanta. Et plus, quando bene l'habbia relaxata, non volimo per sia relaxato senza nostra licencia, perché vorremo altre securitate da lui per lo facto nostro. Laude, ut supra.
Cichus.


(a) Così in A.
(b) Così in A.

(1) Identificato come Galeotto Ratti (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 144).