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369. Francesco Sforza a Emanuele Appiani 1451 marzo 1 Milano

Francesco Sforza scrive a Emanuele Appiani congratulandosi per l'elezione a signore di Piombino, assicurandolo di avere dimenticato i contrasti passati. Si augura che il nuovo signore mantenga buoni rapporti con la signoria di Firenze. Segue tuttavia una nota in cui si precisa che in data 9 marzo la lettera, insieme alla missiva n. 368, è stata rifatta per il rifiuto di Gabriele da Narni di recarsi da Emanuele Appiani.

Manueli de Appiano, comuni Piombini.
Magnifice amice noster carissime, siamo advisati per littere del magnifico Cosmo de Medici et de Boccacino Alamano, nostro consigliere, como, sequito la morte della madona de Piombino, quella comunità ve ha ciamato et ellecto per suo signore et cum quanta bona voluntà et animo de tuto quel populo ve ànno acceptato, dela quale cossa havemo havuto singulare piacere et contentamento. Et, benché ne rendiamo certi non sia necessario, et benché ne rendiamo certi non sia necessario (a), pur, perché poria essere che vuy avessi concepto che nuy havissimo qualche uumbra (b) verso de vuy per respecto ale cosse passate, ad satisfacione dela mente nostra et vostra ve havemo voluto scrivere questa, confortandove ad stare di bona voglia et haver de nuy ogni bon concepto, perché nuy ve avemo remesso et posto in oblivione tute le cosse passate dal canto nostro et ve avemo et volemo havere et haveremo sempre per singular amico et fratello, laudando [ 91r] et confortandove ad volerne bene intendere et essere bonno amico et figliolo dela excellentia Signoria de Fiorenza, commo sonno stati li vostri processori, perché de nuy et dele cosse nostre proprii sempre disponere comme dele vestre proprie et per deffensione et manutentione de stato presente et cosse vostre offeremo nuy lo gente nostre et ogni nostra altra facultà ad ogni vostro bisognio: et cossì trovariti per effecto, no trovariti may el contrario, como più largamente ve refferirà per nostra parte ser Gabriello de Narni, nostro cancellero, presente exibitore, al quale pregamo credati quanto ad nuy proprii, perché luy vene informato dela voluntà nostra. Mediolani, die primo martii 1451.
Cichus.
Die viiii martii refacte fuerunt presentes littere, quia ser Gabriel recusavit istuc accedere et scriptum fuit tenore suprascripto, cum addictione quod dominus brevi mitteret personam ex suis de sincero animo et voluntate dominationis sue erga prefactam comunitatem bene informatam (c).
Franciscusfortia Vicecomes, et cetera.


(a) Così in A.
(b) Così in A.
(b) Da Die viiii a informatam aggiunto da diversa mano tra la firma di Cicco Simonetta e quella di Francesco Sforza.