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385. Borso d'Este a Francesco Sforza 1451 febbraio 12 Ferrara

Borso d'Este scrive a Francesco Sforza circa la vertenza tra i signori da Correggio e il conte Cristoforo Torelli per il possesso della fossa di Roncaglio.

[ 94r] Illustris ac excelse domine frater honorande, la vostra excelentia ha scripto ali conti da Coreza, segondo ci hanno advisato del tutto, come la non vede ala rechiesta et querela del magnifico conte et cavalero miser Christoforo Torello ch'el gli ha facto cum quale ragione et honestade la non deba adiutarlo et defenderlo et farlo riponere ala possesione dela fossa da Roncaglio, de che ni vegia il piato fra epse parte. Unde, considerando che altre volte il fo deliberato, come scia la vostra illustre signoria, che questa causa se incommenzasse in logo neutrale et per li iudici deputati la se congnosciesse, per dicta casione non ci pare de fallire a pregare caramente la vostra excelentia che la non voglia fare reponere il dicto miser Christofaro cusì ala posessione, siché (a) perché al vero li dicti conti da Correza possedevano quello loco quando la celsitudine vostra aquistette il dominio di Parma, come anche perché la quistione pende et il riponere facesse la vostra illustre signoria il dicto miser Christofaro ala possessione seria suffitiente cagione de fare venire la parte a qualche scandolo et a qualche incovinente, ala qual cosa debe la vostra illustre signoria occorrere et obviare omni via mundi. Et dal'altra parte vogliamo afectuosamente pregare la vostra excellentia che, lasciando li dicti conti da Correza in la possessione come sono, la ordini et commandi ch'el se venga ad merita cause et diagesse spazo, segondo et per quello modo che fu altre volte ordinato, segondo che pochi dì fa ne scrivissimo hanchora ala vostra illustre signoria. Et tenemo de certo che la prefacta vostra excellentia se disfarà bene de suffitiente resposta al dicto miser Christofaro, perché non vi pare de exaudirlo per il riponerlo cussì ala possessione, et più quietamente et meglio se diffinirà la causa cum bona destreza et cum più aptatu de iustitia, laonde questo riponere il dicto miser Christofaro ala possessione moltiplicharia lite sopra lite et groseza sopra groseza fra le parte. Et, perché li dicti conti da Coreza sonno cum nui, come scia la vostra illustre signoria, il ni pare fare nostro debito ad interciedere per loro presso la vostra celsitudine et recommandarghe il facto loro stretissimamente che etiandio per nostra contemplatione la causa sua fia adiutata et favoregiata anchora covenientemente per la vostra illustre signoria. Ala quale saremo obligati come per facto proprio e più non possiamo fargene prego et istantia. Data Ferrarie, xii februarii MCCCCLI.
Borsius, marchio Estensis.
Cichus.


(a) Così in A.