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43. Francesco Sforza al luogotenente di Cremona 1451 gennaio 6 Milano

Francesco Sforza scrive al luogotenente di Cremona che vuole sia riparato il ponte sul Po. Approfittando della presenza di Aguzo, veda quali interventi sono necessari e le relative spese. Calcolatone l'intero importo, vuole che un terzo venga adossato alla comunità di Cremona.

Locuntenenti Cremone.
Nuy desideramo summamente ch'el ponte sopra Po de quella nostra cità se reconci et ordini et se gli faza ogni bona provisione de legname et altre cose necessarie ad fare dicto ponte de novo dove è ruinato, siché per esso ponte se possa passare, considerato de quanta importancia è al stato et cose nostre. Pertanto, non obstante che nuy dicesemo a quilli ortori de quella nostra comunità, qualli forano qui da nuy per questa et altre cagione, che nuy intendevamo mandare là uno di nostri qual fosse a intendere et provedere ale provisioni da fir facte al dicto ponte, ve dicimo che, essendo lì magistro Aguzzo, nostro incignero, persona scorta et intelligente a simile cose, non sapemo che mandare che possa meglio supplere a questo facto che lui. Il perché volimo che, subito avuta questa, intendendove cum la comunità et havendo Manfredo, magistro Aguzo et chi parirà a vuy, debiati diligenter vedere et examinare tute quelle provisione siano necessarie per dicto ponte de ligname et de ogni altra cosa expediente et intendere molto bene quanta spesa andarà in ogni cosa per acconzare dicto ponte. Et in questo facto ve portati cum quanta diligencia et solicitudine ve sia posibile, usandoli tuti quelli boni modi et vie ve parerano, siché cum ogni cellerità se metta ordine a questo facto. Et, veduta et diligenter examinata et calculata tutta la spesa andarà al dicto ponte, volimo assignati la terza parte da fir facta per quella nostra comunità de Cremona. Et vogliati fare presto, perché nuy havemo bisogno de maystro Aguzo dal canto de qua et gli scrivemo che poi vegna da nuy. Lo qual maystro Aguzo fati spazare dal thexorero (1) de quelli dinari gli deve dare, siché, posto ordine a questo facto, non habia a tardare lì, rescrivendoci de tuto giaramente come hareti facto. Mediolani, vi ianuarii 1451.
Cichus.


(1) Identificato come Antonio Trecco (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 412).