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431. Francesco Sforza a Ventura da Montesicardo 1451 marzo 12 Milano

Francesco Sforza ordina a Ventura da Montesicardo, luogotenente di Lodi, di proseguire i lavori del rivellino, accantonando ogni idea di fornace. Vuole inoltre che si impegni a rintracciare coloro i quali hanno derubato l'uomo d'arme Vauliveto. Faccia infine per Ambrogio Dente quanto giustizia richiede.

Ser Venture de Monte Sicardo, locuntenenti Laude.
Respondendo alla parte necessarie de doe littere de dì xi del presente et primo circha el facto di volere far fare le fornace et le prede apresso al rivilino, et cetera, dicemo che, se nuy volessimo spectare de fare fornire quello nostro rivillino finché le fornace et le prede fossero cotte et facte, lo facto nostro andaria troppo alla longa et per niente ne pare al presente se debia fare questa spesa, perché ne pare saria superflua et molto longa. Et per vogli atendere ad solicitare che se lavori continuamente al dicto revellino et provedi commo te pare che calcina nì prede non gli manchi. Alla parte de Vauliveto, homo [ 104v] d'arme, quale è stato robato, dicemo che tu ti vogli sforzare per ongni via et modo a ti possibile ad invistigare et cerchare tanto che se trovi li malfactori, ali quali volemo che tu faci rasone et iustitia, avisandote che per una volta non ne poristi fare cosa tanto grata commo questa, se poray trovare dicti malfactori. Ala parte de Ambroso Dente, tuo offitiale, al quale è stata rotta la testa, dicemo che in questo tu vogli exequire quello rechiede rasone et iustitia. Alle altre parte non achade altra risposta: del tutto ristamo advisati. Te mandiamo la littera de Antonio de Landriano che scrive ad quello suo factore che te debia dire delle prete. Mediolani, xii martii 1451.
Cichus.