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433. Francesco Sforza al podestà di Pavia [Giovanni Manfredi] 1451 marzo 13 Milano

Francesco Sforza si lamenta con il podestà di Pavia per non avere inviato all'esecutore ducale in Milano le persone che avrebbe dovuto arrestare per quanto è toccato a Giovanni Bevilacqua.

Potestati Papie (1).
Per altre ad quisti dì proximi passati te havemo scripto come Zovanne Biaqqua, nostro citadino de Milano, vinendo da Ferara una nave de Guielmo da Parenza, navarolo, quale sta in Pavia, et el pagamento li fe' et i modi disonesti et brutti tenuti per quelli presso ad Cagnola a la robba et dinari li fruct , il perché volevamo havessi quello navarolo e saver et sentir chi erano cum luy et che et come ogni informatione se devia havere de ci , come era tuo debito et honore et dovive fare, et dovissi mandarli al nostro executore in Milano et non ne hay facto niente né servato ad questo Zohanne quanto gli promitisti né observate le nostre littere, de che ne maravigliamo. Et dapoy non vogliono vinir qua, come pare habbi scripto al nostro Consiglio. Volemo tengni modo et via haverle in toe mane et tenerli bene et avisarni. Et ci farai senza più replicare et scriver de ci , siché Giohanne habbia la sua robba et dinari e noi siamo informati del tutto. Mediolani, xiii martii MCCCCLprimo.
Cichus.


(1) Identificato come Giovanni Manfredi (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 316).