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447. Francesco Sforza al podestà di Masio 1451 marzo 16 Milano

Francesco Sforza ordina al podestà di Masio di assecondare in ogni richiesta Gasparino Ganducci, incaricato dal duca di amministrare i beni del prevostato di cui era titolare prete Dalmatio, ritenuto morto perché andato a Roma e mai più ritornato.

[ 109r] Potestati Maxi (1).
Perché siamo stati advisati che miser pre Dalmatio, prevosto della chiesia di quella terra, and a Roma et may non è ritornato, sed potius fi prosumito sia morto, acioché le cose d'esso prevostato non fosseno sinestrate, ordinassimo che Gasparino Gandutio, nostro iconomo in quelle parte, andasse alla possessione d'esso et governarse le predicte cose. El quale Gasparino, avendo richesto adiuto et favore, pare ci l'habi denegato, del che se maravigliamo. Pertanto te committiamo li daghi ogni adiuto et favore tuo segondo che sarà niccissario et esso luy te rechiederà, dandogli ongni informatione perché possa ritornare li beni et cose d'esso prevosto et exequire questa nostra mente, volendo exinde che non debi prestare orechie a qualunqua persona si voglia che venisse là per prendere esso beneffitio senza nostra licentia. Et questo dicimo perché havimo inteso alcuni essere andati a Roma ad inpetrarlo senza nostra saputa. Data Mediolani, die xvi martii 1451.
Cichus.


(1) Non identificato (la carica non è segnalata da SANTORO, Gli uffici).