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488. Francesco Sforza al referendario di Pavia [Bartolomeo da Correggio] e a Gracino da Pescarolo 1451 marzo 23 Milano

Francesco Sforza vuole che il referendario di Pavia e Gracino da Pescarolo assegnino ai garanti di Rosso da Valle tanti beni di quest'ultimo quant'è la sua condanna. Diano poi il permesso di venderli, in modo che con il ricavato si possano soddisfare Ruberto, Fiasco e il duca stesso.

[ 115v] Refrendario Papie (1) et Gracino de Pischarolo.
Acioché nui, el magnifico nostro nepote Ruberto (2), Fiasco et li altri a chi havemo assignato delli dinari dela condennatione del Rosso da Valle se possiamo aydare presto d'essi dinari, delliberamo et volemo che a Pedro di Bosscosi, Ramaldino di Zazi, Francischino Sodazo, el Rosso da Magenta, securtade de esso Rosso, faciati assignare tanti beni de quilli del dicto Rosso quanto monta la condempnatione facta contra de luy et gly dagati piena licentia de poterli vendere, come etiandio nuy gli disimo per la presente. Et dilli dinary d'essi beni providiati che ne siano satisfacti el prefato Ruberto et cussì Fiasco per quello gli è stato assignato et el resto habiamo nuy, aci se ne possiamo aiutare in li bisongni nostri fra el termino de deci dì, facendo in modo che questa facenda habia conclusione et rescrivendone come haviriti facto. Mediolani, xxiii martii 1451.
Cichus.


(1) Identificato come Bartolomeo da Correggio (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 319).
(2) Roberto Sanseverino.