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51. Francesco Sforza a Giorgio Annone, al podestà e al referendario di Tortona 1451 gennaio 10 Milano

Francesco Sforza ordina a Giorgio Annone, al podestà e al referendario di Tortona di non fare alcuna novità per il compartito degli alloggiamenti dei cavalli, perché vi manderà appositamente una persona. Precisa che ai soldati di Tortona e del tortonese non sia dato altro se non due staia di frumento per bocca, legna e strame e fieno per i cavalli, come si provvede per gli altri secondo gli ordini dati. Condivide l'avversione per l'esattore, che viene rimosso. Pone referendari e tesorieri al posto degli esattori.

Georgio de Annono, potestati (1) et refferendario Terdone (2).
Dilecti nostri, perché nuy intendimo mandare uno nostro là per casone del compartito deli allogiamenti di cavali quale intendimo si faza, pertanto non vogliati circha al facto del dicto compartito fare alchuna novitade né movimento per fino non mandaremo là uno, como havemo dicto, informato circha ad ci dela mente nostra. Et similiter vi dicemo che a queli soldati de Tertona et tertonese non intendimo che gli sia dato altro che staria doy de formento per bocha ala mesura milanese, zoè per le boche vive che haverano, et strame e feno per li cavalli et legne, segondo li ordini nostri et che hanno li altri circumstanti, et cusì, possendo loro havere biada da cavalo et vino sopra li loro pigni, semo contenti siano serviti, ma non volemo habiano né vino né biada, ma che solamente li faciati provedere como sono proveduti l'altri nostri soldati secondo li nostri ordini.
Ceterum, perché intendemo che lì è uno exactore quale non è molto acepto a quilli citadini et ali populli neanche a nuy, perché non intendemo che siano altri exactori che li nostri referendarii et thexaureri, siché volimo che dicto exactore sia remeso et casso et così per questa presente lo revocamo et cassamo. Mediolani, x ianuarii 1451.
Cichus.


(1) Non identificato (la carica è segnalata da SANTORO, Gli uffici, ma dal 1451 giugno 1).
(2) Identificato come Beltrame da Madrignano (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 516).