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57. Francesco Sforza al podestà [Tommaso Ghilino], al comune e alla comunità di Vigevano 1451 gennaio 11 Milano

Francesco Sforza ordina al podestà, al comune e agli uomini di Vigevano che sulla richiesta loro fatta di mille ducati ne diano quattrocento d'oro e provvedano per tutta la settimana seguente cinquanta moggia di frumento al prezzo convenuto da Abramo Ardizzi con i Maestri delle entrate ducali. Con la rimanente somma devono pagare Martino da Corte per l'acquisto di una certa quantità di vino per uso della corte ducale, informando i predetti Maestri delle entrate dei denari dati a Martino, perché ne stendano la dovuta documentazione.

Potestati (1), comuni et hominibus Viglevani.
Siamo convenuti cum Abram di Ardici, messo de vui homini, che per la rechesta ve habiamo facta de mile ducati in questi nostri bisogni debiati pagare ala Camera nostra ducati quatrocento d'oro tanto et del resto ve sia remesso liberamente. Il perché ve cometiamo et volimo che, havuta questa, debiati in modo provedere che per tucta la septimana che vene habiamo moza cinquanta de frumento per quello pretio è (a) convenuto el dicto Abram cum li Maystri del'intrate nostre, el qual ve sia compensato in la summa di ducati quatrocento et del resto di denari debiati respondere a Martino de Corte, nostro cittadino [ 26v] milanesi, per satisfactione de certa quantità de vino ce ha dato per uso dela corte nostra, segondo el prenominato Abram ordinarà, avisando dapoi li prenominati Maistri dela quantità (b) de denari hareti dato al predicto Martino, etiam d'esso frumento, acioché, avisati, possano sopra de ci far fare le scripture opportune et necessarie. Et, facto haveriti le predicte cose, ve liberamo per la presente dela dicta richesta et tu, podestà, per questa casone non lasi per alcuno modo molestare. Mediolani, xi ianuarii 1451.
Cichus.


(a) Segue conveniente depennato.
(b) Segue haveri depennato.

(1) Identificato come Tommaso Ghilino (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 355).