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623. Francesco Sforza ad Adoardo Corti 1451 aprile 20 Milano

Francesco Sforza ordina al pavese Adoardo Corti di non procedere oltre nella vertenza tra i gentiluomini dei Zazi e Angelello da Lavello, perché intende mandare lì un suo uomo ad intendere dicta differentia.

Domino Adoardo de Curte, civi Papie.
Sentemo ve è stata commessa certa differentia verte fra li gentilhomini deli Zazi da una parte, et Angelello da Lavello dal'altra, per casone de uno certo sito, overo interesse pretendono havere dicti gentilhomini in nel castello de Silvano. Per la qual cosa, intendendo nuy mandare uno deli nostri, passate queste feste, ad vedere et intendere dicta differentia, vogliate soprasedere in la dicta causa et non procedere più oltra, per fine non habiamo mandato dicto nostro et che altro non ve scriviamo. Data Mediolani, xx aprilis 1451.
Andrea Fulgineus.