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672. Francesco Sforza al commissario di Parma 1451 maggio 1 Milano

Francesco Sforza ordina al commissario di Parma di raccogliere dalle persone incluse in una lista settecentosessantadue staia di frumento, quantità che deve ottenersi sia con l'aggiunta di altri nominativi, sia contemperando il quantitativo richiesto a ciascuno. Il ricavato verrà dato per munitione, quindi intoccabile senza l'autorizzazione ducale.

Commissario Parme.
Ad ciò che quelle nostre forteze de Parma, finché gli facissimo altra provisione staissimo ben fornite como è lo dessiderio et la voluntà nostra et maxime de formento, havimo deliberato de rechiedere alcuni speciali citadini, notati in la inclusa lista como vederiti, de certa quantità de formento. Pertanto volimo nui che in nome nostro debiati rechiedere tutti li citadini anotati in la dicta lista da per sé et pregarli et exortarli che ne vogliano subvinire del dicto formento, lo quale gli rendirimo cum tempore; ma questo vedati de fare honestamente et cum boni modi, siché se esequischa lo dessiderio nostro; et quando la limitatione de qualche uno de quilli è in la dicta lista paresse troppo grande, vedati ridurlo in quello ve pari iusto et honesto; et per supplire poy alla somma che contene la dicta lista, vedati rechiedere altri citadini oltra quilli sonno in la dicta lista siché vuy habiati la somma delle settecento sexanta doe stara de formento, lo quale volimo che debiati destribuire in questo modo, cioè: cento stara in lo ponte Galerio, cento altri in lo ponte Donna Gilia, docento stara in la rochetta et tucto lo risto in quella nostra citadella; et cussì como vui lo viriti metendo advisatine Cicho, nostro secretario, perché sappiamo quello che gli sarà messo; et questo formento intendati et cussì ordinati ad tucti li [ 155r] castellani d'esse forteze che tengano per munitione et né opereno granello senza nostra expresse licentia. Ultra ciò, siamo informati che Antonio de Belliardi, Iohanne de Cola, Lucha Burzio et li figlioli de Zilliolo Baldechino, in tempo che quella nostra cità se governava in libertà, habbeno delle dicte forteze alcune monitione. Volimo che habbiati quisti tali da vuy et vedere che loro remettano tutte le dicte (a) monitione che habbeno, deportandove sempre de questo honestamente et prudenter, como se confidamo in vuy; et del tutto ne advisariti como haviriti facto. Data Mediolani, die primo madii 1451.
Cichus.


(a) Segue dicte in interlinea.