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696. Francesco Sforza al provveditore di Rivolta 1451 maggio 4 Milano

Francesco Sforza chiede al provveditore di Rivolta che si puniscano coloro che nel suo territorio maltrattano e derubano i sudditi sforzeschi. Cita il caso di un lodigiano che a Rivalta fu picchiato e derubato ed egual sorte ebbe la moglie su pubblica piazza.

[ 160v] Provisori Rippalte.
Non possemo fare che non se maravigliamo che venendo de qua quelli della illustrissima signoria siano bene veduti et tractati humanamente li nostri siano cossì villanamente et deshonestamente tractati de là et senza veruna legiptima et iusta casone. Et lassando alchuni che sono stati maltractati da pochi dì in qua, diremo solamente de uno povero homo da Lode, chiamato Cagneso, quale a uno dì de festa venuto lì a Rivalta per vendere certe soe cosette segondo el suo mestero, fo robbato et batuto palam sula piaza et asieme cum sì la sua moglie et totegli denari con la bursa, che certo è da maravigliare non siando proceduta veruna cagione che se veruno deli nostri facesse manchamento veruno verso quella illustrissima signoria, serissimo contenti fossero puniti et noi estessi gli faressimo punire, ma havendo noy animo de bene vicinare et vivere cum la prelibata illustrissima signoria ne maravigliamo pure troppo de questo et non possimo pure credere che tali inconvenienti procedano de mente dela prelibata illustrissima signoria. Pertanto ve confortiamo et pregamo che ve piaza fare restituire li soy denari et robbe a dicto Cagneso et amonire talmente e punire quelli hanno commisso lo excesso che sia exemplo ad altri de non usare simile stranieze. Mediolani, iiii maii 1451.
Cichus.
In simili forma, mutatis mutandis, suprascripto provisori pro Petro Sibinicho, provixionato domini. Data ut supra.