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83. Francesco Sforza a Gracino da Pescarolo 1451 gennaio 19 Lodi

Francesco Sforza scrive a Gracino da Pescarolo di convenire che la vertenza tra Luigi Basso e gli eredi di Giovanni Pietro dell'Incisa si concluda, secondo il consiglio di Sillano Negri, con sentenza in favore del primo.

Gracino de Piscarolo.
Altra volta te habbiamo scripto et commisso che terminasse la diferentia vertisse tra Aluisio Basso per una parte et gli heredi de Iohanne Petro dell'Incisa per l'altra parte intra lo termine de duodeci dì overo per la via d'acordio, se possibile fosse, overo per via de rasone, habiando consilio da savio, se fosse bisogno. Et pure anchora non è terminata la dicta differentia, bemché intendimo essere prolungata de voluntade delle parte per tutto questo mese presente et essere redduta allo acordio, dummodo la sententia sia data in favore del dicto misser Aluysio et contra la Camera nostra et li dicti heredi. Et, ad ci che la dicta differentia habbia fine, di novo te commectiamo et volemo che, habbiando loco lo acordio, cum effecto tu daghi la sententia in favore del dicto messer Aluisio contra della Camera nostra et delli dicti heredi in lo dicto termine, non obstanti alcuni nostri decreti né statuti né forma alcuna né altro che a questa nostra voluntate facessero in contrario, non obstante aliquo temporis lapsu. Laude, xviiii ianuarii 1451.
Cichus.
Questa littera fo composta per misser Sillano di Negri et per luy consiliata et de suo consensu facta, perché, bemché dica contra la Camera, tamen la Camera non gli ha ad fare niente, perché la Camera don le soprascripte cose ad Iohannepetro del'Incisa, ma, per ponere acordio fra le dicte parte, gli è parse che la dicta litera gli sia facta cossì ut supra.