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851. Francesco Sforza a Piergiovanni da Camerino 1451 maggio 29 Milano

Francesco Sforza vuole che Piergiovanni da Camerino ammonisca Zannotto da Canosa e il fratello nonché Zuccone e Fottino e ricordi loro le robbarie et manchamenti facti ad Lode et in altri luochi, in modo che non commettano più tali atti. Eguali richiami si facciano agli altri soldati.

Peroiohanni de Camerino.
Perché intendemo che novamente per quilli de Zannocto da Canosa et del fratello et per quilli de Zucchone et de Fottino fo conducto uno Martino da Valdestezula in uno campo de segala propinquo ad quella terra et lì el rubbò et tolseli certe cose, et cetera, accioché Zannotto et el fratello et Zuccone et Fottino non possano mai dire che da noi sia manchato he non habbiamo bene facto i facti soi, volemo che gli debbi recordare, advisare et admonire che sanno bene, et tu el sai, le robbarie et manchamenti facti ad Lode et in altri luochi, come ti et loro sanno, et che et come che ne havemo tante querele et lamenti, che tengano via et modo non se conmetta più simili cose, né sentiamo da loro et soi simile querele et lamenti, che non intendimo quisti tali né volemo per alcuno modo consentirlo, che guastano i nostri datii et nostre intrate, né manchino al'honore nostro, certificandoli che andando pure loro deretro ad buono gioco ne farimo tale punitione et demostratione che serà exempio et speccio nonché ad quello paese et tucta Lombardia et più oltra. Et simili monitioni farai ad tucti quilli soldati, per modo che tali manchamenti non se comettano per niente; et in questo metti ogni tua sollicitudine et pensiero. Mediolani, 29 maii 1451.
Et si Zucchone et quilli tali dicesse havere restituita la robba, è stato perché gli è stata trovata in li loggiamento. Data ut supra.