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88. Francesco Sforza al referendario [Giovanni Ceno da Varese] e al tesoriere di Cremona [Antonio Trecco] 1451 gennaio 20 Lodi

Francesco Sforza rimprovera il referendario e il tesoriere di Cremona per essere costretto a ripetere che saldino quanto ancora è dovuto ad Aguzo, per cui non ha potuto portarsi dal duca che lo deve adoperare in alcune cose de importantia.

[ 36v] Referendario (1) et thexaurario Cremone (2).
Per più altre littere nostre ve havimo scripto dovesti provedere che magistro Aguzo, nostro inzignero, fosse spazato de quello resta havere della provisione soa, per modo potesse subito venire da noy, perché lo havemo adoperare in alcune cose de importantia. Pur fino qui non ne haveti facto niente, de che ne dolemo grandemente de vuy, che in questo facto ve portati cossì negligentemente et non considerati quanto importa la venuta d'esso magistro Aguzo da noy, che possiamo dire vuy essere casone de turbare gli facti nostri. Et pertanto havemo deliberato scrivervi questa anchora de questo facto, quale volimo sia la ultima, confortandovi de volere prevedere che esso magistro Aguzo sia subito spazato, che possa venire da noy, certificandove che, havendo noy casone replicarvi più questo facto, ne teniremo tanto malcontento de vuy quanto dire se possa, siché provedati cum effecto che esso magistro Aguzo sia subito spazato. Laude, xx ianuarii 1451.
Cichus.


(1) Identificato come Giovanni Ceno da Varese (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 411).
(2) Identificato come Antonio Trecco (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 412).