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905. Francesco Sforza a Giovanni Chiappano 1451 giugno 7 Milano

Francesco Sforza scrive a Giovanni Chiappano di aver inteso l'ambasciata fattagli da Ettore Vimercati. Lo assicura di non aver fatto nessuna lamentela sul conto suo e perciò quello che in contrario gli ha detto Ettore è una busia. Avvertendolo che se ha qualcosa da ridirgli lo fa direttamente e non tramite altri.

Iohanni Ciappano.
Havimo recevuto tua littera et inteso quanto ne hay scripto della inbaxata facta per nostra parte ti ha facta Hectorre da Vicomerchato, dicemo che la prima parte, cioè che vedesti despaciare presto lo facto de quella citadella è vera et cussì gli dicessimo te dovesse dire. Mo' essendo vinitto qui Gandolfo havimo inteso da luy ad compimento ogni cosa et del tutto remanemo advisati. Alla parte che luy te disse che ne lamentavimo de ti, luy ha dicto la busia et non è vero che gli lo dicissimo, perchè non havevamo casone de dirlo, ma ben quando gli l'avissimo havuta, ti lo havirissimo piutosto scripto che mandartelo a dire per luy, siché non gli credere. Ma ben volimo che im presentia di qualche testimonio, tu domandi el dicto Hectorre [ 203r] et gli dichi se l'è vero che nuy fecessimo simele parole che se lamentavamo de ti del facto della citadella, perchè siamo certi non t'el dirrà. Et poy gli ne faci quello honore che merita, avisandote che nuy non ce tenemo punto agravati da ti, anci laudamo grandemente, perchè tu hay molto satisfacto al dissiderio et apetito nostro, (a) como siamo certi che tu farray. Mediolani, die vii iunii 1451.
Cichus.


(a) Segue Data depennata.