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91. Francesco Sforza a Corradino da Lodi 1451 gennaio 20 Lodi

Francesco Sforza comunica all'armigero Corradino da Lodi di essere stato informato dei riprovevoli comportamenti suoi e dei suoi fratelli: desistano da tale condotta.

[ 37r] Conradino de Lodio, armigero.
Per molte vie et modi et maxime per quella del conte Guido et soy nepoti di Terzi, havemo inteso li cativi modi che servi ti et gli toy fratelli in robbare li homini soy de Sissia et torgli più che non se convene per li ordini nostri, in assaltare homini alla strata, in suscitare scandoli et rumori et commectere altri infiniti mali, et novamente n'è refferita la deshonestate usata in scarpare el revellino lì. La qual cosa quanto sia deshonesta et a noy molesta poy assay considerare, perché nostra intencione è che le gente d'arme vivano honestamente com (a) gli subditi nostri. Pertanto volemo et te commandiamo expressamente che desisti et faci desistere li toy da tale novitate et te deporti bene con li dicti gentilhomini et homini soy, remanendo contento de quello se contene per li ordini nostri, cioè de logiamente et de strame per li cavalli et de uno staro parmesano de grano ogni mese per cadauna bocha viva, certificandote che se sentiremo più querella di facti toi nì di toi fratelli, cioè che tu gravi li homini oltra le cose predicte o faci altra novità, te faremo levare dellì con danno et vergogna et te daremo a vedere che siamo malcontenti di facti toi. Laude, xx ianuarii 1451.
Cichus.


(a) Così in A.