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933. Francesco Sforza al podestà di Parma 1451 giugno 8 Milano

Francesco Sforza ordina al podestà di Parma di rispondere in base alla lettera che il duca gli invia. Inoltre dice di aver scritto a Luchina Dal Verme di imporre al suo podestà di Foviglio di non fare inovatione alcuna cum quilli da Bresello. Infine dice d'essere d'accordo come hanno parlato i suoi uomini per la faccenda del sale.

[ 208v] Potestati Parme.
Havimo recevute toe littere et cum quelle la copia dei magnifici fratelli da Coregia, alle quale respondemo che per altre nostre havimo scripto et advisatote de quanto se doveria respondere. Alla risposta era da fare al podestà de Bresello per le littere, quale havia scripto ad te et ad quilli Antiani quale resposta, crediamo, alla recevuta de questa haveray havuto et segondo quella responderay. Ulterius havimo scripto alla magnifica madonna Luchina dal Verme ch'el voglia, aciò inconveniente et scandolo alcuno non segua, che quello suo podestà è ad Fovilio non debbia fare, né facia inovatione alcuna cum quilli da Bresello, et remediare a quanto è facto opportunamente et bene et cum presteza. Et che ce debbia avisare dell'ordine haverà preso in ciò et la provisione gli haverà, fra la qual risposta, come l'havirimo, te havisarimo. Dello aver mandato uno dei suy homini, quale ha parlato humanamente et cum honestà et che remaneranno chiari del facto del sale, ne piace et parne ben facto, resta solicitare chella cosa se conducha ad fine et presto et cum ragione et quanto più presto tanto meglio. Data Mediolani, die viii iunii 1451.
Cichus.