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190. Francesco Sforza al podestà di Poviglio 1451 luglio 19 Cremona.

Francesco Sforza vuole che il podestà di Poviglio accetti i cavalli di Lancillotto da Figino che gli rimanda, dopo che egli "persona privata quale è" ha osato rifiutarli avendo già mandato via, senza attendere l'ordine ducale, i cavalli di Sagramoro.

[ 45v] Potestati Poviglii.
Non possiamo fare che non se maravigliamo grandemente di facti toy che, havendone ti scripto li dì passati che volessemo movere da quello loco de Puiglio li cavalli de Segra- moro per lo excesso commisso et mettergli altritanti in suo loco, non podessi havere pa- tientia tre hore ad havere (a) la resposta nostra. Immo subito cazassi via li dicti cavalli. Et adesso, che havemo scripto a Lanciloto da Figino, nostro famiglio, che te ne mandasse altritanti, non gli habbia voluto acceptare; et certo per questo tuo malo portamento meritaresti una severa punicione da nuy, parendone che la presumptione toa sia troppo temeraria in fare tu, quale sey una privata persona, quello che non faria la magnifica madona Luchina, quale ha interesse in questo facto. Pertanto volemo et te commandiamo expressamente che, subito, recepti quelli cavalli quali te mandarà Lanzaloto per scontro de quelli de Segramoro. Et in questo non sia exceptione nì difficultà alcuna, nì expecta che nuy te replicamo più circa de ciò, perché se tu non li receptaray faremo che questi sarano mali cavalli per ti et faremo contra de ti talle demonstratione che saray exempio a tutti li officiali del mondo. Data Cremone, die xviiii iulii 1451.
Iohannes.


(a) Segue la ripetuto.