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208. Francesco Sforza a Gentile della Molara 1451 luglio 21 Cremona.

Francesco Sforza scrive a Gentile della Molara di intervenire efficacemente contro i colpevoli, dopo i molti vani tentativi, per la riparazione o il risarcimento dei danni causati a Leone delli Arcelli nella Villa della Salla dagli uomini di madonna Luchina.

[ 49r] Gentili della Molaria.
Ali dì passati fo facto grande dal magio, damno et anche sacomanato nel loco osia villa della Salla Leone dali Arcelli, nostro citadino piasentino, et ciò fo per li homini della magnifica madonna Luchina; et non contenti a questo gli brusarono la casa in sua totale consumptione. La qual cosa, essendone molesta ultra quanto dici posset, scripsimo et facissimo sappere la prefacta madonna Luchina, la quale, como a quella a chi recresse le cose mal facte, l'ebbe etiamdio molto exosa et gli recrebbe assay, affirmando volere fare resarcire et emandare el damno a dicto Leone per li soy homini che havevano commisso lo excesso, pur non fo facto niente. Il che, vedendo et desiderosi che fosse restorato el povero zentilhomo, como vole la rasone et honestà, scripsimo ad Alberto Sancto che provedesse a questo appresso la predicta madonna Luchina, et nulla è facto. Più oltra li mandassimo Nicolò da Palude, et altrotanto fo facto; postea mandassimo ti et quanto fo facto tu lo debbi sappere. Finalmente, siando noy a Piasenza, committissimo a messer Philippo Confanonero et al potestà de Castello San Iohanne che omnino provedesseno a questo, como vole la ragione et honestà et cossì per l'honore de madonna Luchina como nostro, et pur è facto tanto quanto prima. Vedendo adoncha che per quanto sia facto fina qui el povero zentil (a) homo non è restorato, anzi remano desfacto a torto. Stringendone el drito della iustitia et considerato etiam che la prefacta madona Luchina se monstra cossì malcontenta como noy de tale seleragine commisso et bene disposta ad fare fare la emenda, volimo che statim tu te (b) trasferrisse là dove più idoneamente te pare convenire et curi, insti et provedi, per ogni modo et via, che quelli hanno facto el damno restauri, emendi et satisfaza el dicto Leone aut gli pigliano tale composicione che Leone non habia più cagione de lamentarse de tanto damno. Et questo cercha fare presto et cum bona iustificacione, et quando pur tu vedessi non potere altramente exequire questa facenda, volimo et te commandamo che, havuta informacione da valenti homini non suspecti, ma degni de fede, del damno ha recevuto esso Leone, tu procedi per ogni modo et via contra quelli che sonno colpevelli usque ad l'integra satisfacione de Leone, perché la ragione, l'honestà, l'honore nostro et de madonna Luchina ne strenge a questo et, aciò che più abelmente possi exequire questa nostra mente, te mandiamo una patente per vigore della quale possi havere favore et adiuto da officiali, gente d'arme et qualuncha altra persona a noy supposita. Cremone, xxi iulii 1451.
Cichus.


(a) zentil in interlinea.
(b) Segue stran depennato.