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21. Francesco Sforza a Nicodemo Tranchedini 1451 giugno 12 Milano.

Francesco Sforza dice a Nicodemo Tranchedini di portarsi dal papa per perorare la concessione dell'abbazia di Precipiano al prete Pietro Ratto, ovviando alle interferenze di Spinetta Spinola.

Nicodemo.
Tu vederay per la copia quale ti mandiamo qui inclusa, quello scrivemo alla sanctità del nostro signore circha el facto de l'abbatia de Precipiano, per la quale mò novamente è revenuto da noy miser Spinetta Spinola con uno breve apostolico; dela qualcosa molto siamo meravigliati, eo maxime perché, non havendo nuy voluto consentire al predicto miser Spinetta fin in principio che gli fo confirmata dicta abbatia, el prelibato sanctissimo nostro signore, motu proprio, l'à conferite a magistro Giovanne Evangelista del ordine de Sancto Marcho di questa nostra città, come vederay per la copia dela supplicatione, quale ti mandiamo qui inclusa, signata per mane dela santità soa, ala quale esso magistro Giovanne Evangelista subito renunciò, cognoscendo quanto essa abbatia importa al statuo nostro, dove luy vedeva non essere apto alla [ 7r] cura di quella. Et perché nuy cognoscimo perfectamente che dicta abbatia non pò essere in megliore mane per più secureza del stato (a) nostro che in le mane di misser fra' Petro Ratto, nepote de misser Galeoto, al quale nuy già l'havimo promissa, tum perché luy et tuta la casa soa ne sonno fidelissimi, tum etiam perché ha molti parenti et sonno homini assay quali sempre seranno prompti ala defensa et (b) guardia d'esso monasterio, volimo che vadi ali pedi della sanctità del papa pregandola, per parte nostra, che se degna conferire dicta abbatia al prenominato Petro, certificandola che cussì è nostra totale dispositione et voluntà, considerato la importancia de dicto monasterio et che in questo non debbia fare difficultate alcuna. Né tu, dal canto tuo, non gli mancharay dela toa usata diligente opera et solicitudine, sicché condescenda a questa nostra voluntà, advisandote che nostra intentione è che cussì sia. La qualcosa, a ciò che meglio la credi, habiamo sottoscripto (c) la presente de nostra mane propria, et como in ciò faray, avisarane per le toe lettere. Data Mediolani, die xii iunii 1451.
Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit.
Cichus.


(a) In A sato.
(b) Segue ga depennato.
(c) Segue de depennato.