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22. Francesco Sforza a Giovanni da Tolentino 1451 giugno 15 Milano.

Francesco Sforza scrive a Giovanni da Tolentino di non aver dubbi circa la concessione del sussidio da parte dei cremonesi. Gli chiede, poi, di industriarsi per trovare chi presti 250 ducati d'oro onde far fronte ai debiti che Giovanni de Ulesis ha con Zorzi de Gonzaga e Gabriele Cattani, non potendo distogliere l'Ulesis dalle "facende" ducali.

[ 7v] Iohanni de Tollentino.
Ser Iohanne di Ulesi è retornato da noy et havimo inteso quanto luy ne ha referito et quanto ne havete scripto, de che dicemo et deliberamo venire ad Cremona de questa futura ebdomada et darimo nuy expeditione opportuna circha alla subventione, et non dubitamo obtenere da quelli citadini tale subsidio che da loro restarimo satisfacti. Et perché nuy scrivevamo ad ser Iohanne de Ulesis che volesse pagare certi denari ad uno canzellerio del spectabile Zorzi de Gonzaga, zoé ducati ducento d'oro et ad uno Gabriello di Catani ducati d'oro cinquanta, como vederiti per (a) la alligata, et che nuy havemo operato el dicto ser Iohanne per altre nostre facende et non lo possemo rimandare là. Pertanto vogliati per ogni modo del mondo havere qualche cittadino de quelli vi parerà et fati che ce prestano ducento et cinquanta ducati d'oro, li quali vogliati pagare secondo se contiene in la alligata sottoscripta de nostra mano, quale scrivevamo al dicto ser Iohanne, retenendo tamen al dicto canzellero de Zorzi ducati diece e mezo d'oro ad instantia del dicto ser Iohanne per altritanti, quali ha havuti qua de quelli del dicto ser Iohanne. Et poteti promettere largamente ad qualuncha vi prestarà dicti denari che alla venuta nostra li farimo tale et sì facta assignatione che restarano satisfacti et contenti. Et vogliati per ogni via et modo subito spazare li dicti canzellero et Zorzi et Gabriello predicti se dovesti voy obbligarvi et fare ogni promessa. Et che questo per modo niuno non manchi. Ex Mediolano, xv iunii MCCCCL primo.
Cichus.


(a) Segue la in interlinea.