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244. Francesco Sforza al marchese Pallavicino 1451 luglio 24 Cremona.

Francesco Sforza ordina al marchese Pallavicino di disporre che si levi la tassa del sale nel modo che si usava al tempo di Filippo M. Visconti, in conformità anche di quanto ribadito dal Consiglio segreto.

[ 56r] Marchioni Palavicino.
Credemo fermamente habiati in memoria como essendo ali dì passati venuto da vuy el spectabile doctore misser Iohanne Ferofino, nostro consiglero, et havendoni rechesto a nostro nome volesti levare et far levare dali vostri homini la soa debita taxa del sale et etiam (a) disponere del sale vostro, como se soleva fare nel tempo dela bona memoria €€del nostro duca passato, anze la novità facta contra de vuy et far dare dali vostri salaroli el sale qual se fa in li vostri pozi ali nostri gabelleri per lo pretio usato in li tempi passati, vui, prius facte quelle scuse che ve parse ultimate, gli respondesti como eravati contento circa queste cose fare tuto quello che se trovava facesti al tempo del prefato quondam illustrissimo signor duca passato ante la novità facta ut supra. Et essendo dapoi messer Ludovico, vostro figliolo, dal nostro Consiglio secreto per questa casone dixi el simile adiungendo che non se trovava che may fose levato sale per li vostri etcetera, et ch'el se trovava era contento de fare quello se faceva in li tempi passati ante la novità predicta, et lo simile ne dapoy referto per vostra parte misser Zorzo da Mayno, et de presente uno vostro cancellero, qual s'è retrovato in Milano dal nostro Consiglio secreto, ne aferma pur el medesimo. Il perché volendo nuy havere chiareza de questo ne havemo scripto ali nostri officiali de Parma et de Cremona dali qualli havemo havuto la certeza non solum per infor macione data a boca, ma per autentiche scripture, extracti da libri del comune, et etiandio dali officiali nostri de Parma et de Cremona per l'anni passati ala gabella del sale. Ma ancora per scriptura autentica (b) a nuy mandata et signata per Ludovico Zangrande, rasonato, et extracta dali libri del comune d'essa nostra cità de Parma et etiandio el simile da Cremona, como ne l'anno de xxv et xxvi et cetera vui davati el sale vostro ali ducali gabelleri, etcetera, et che lo comune de Soranea et de Busseto dela squadra vostra, etcetera, levaveno ogni anno lo sale taxato. Per le quale cose, facendo nuy fondamento che per la fede, amore et devocione ne portati siati quello non vogliati nì ve debiati retrare dale promesse et de quello se faceva nel tempo predicto. Et non dubitando ve sia grata la utilità dela Camera nostra, senza l'adiuto dela quale mal potriamo sostenere el stato nostro, ve confortamo et rechedemo vogliati disponere et ordinare et mandare ale dicte vostre terre de Parmesana che leveno el sale segondo el modo predicto et non solo a quelle comune, ma anche a quelle del Cremonese che leveno segondo la rata sua et cossì ali vostri salaroli che diano el sale ali gabelleri nostri, como se soleva. Et circa ciò avisa retene del modo preso et ordine haveti dato, però siamo certi non mancareti de fare el dovere vostro et cosa che sia a nuy grata, essendo iusta et rasonevele, como è. Cremone, xxiiii iulii 1451.
Cichus.


(a) Segue del depennato.
(b) Segue officiali nostri de Parma depennato.