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249. Il Consiglio segreto a Francesco Sforza 1451 luglio 8 Milano.

I membri del Consiglio segreto dicono al duca di Milano che il conte Manfredo Landi si lamenta che le sue terre di Compiano siano poste nell'estimo di Piacenza e siano obbligate alla tassa dei cavalli e del sale. I consiglieri prescisano che, per privilegi imperiali e dei duchi Giovanni e Filippo Maria Visconti, dette terre non sono tenute a tali contribuzioni. Siccome, però, il duca ha stabilito, con disposizione generale, che nessuno è esente dalla tassa dei cavalli, può, per tale tassa, fare come gli piace. Precisano, poi, che Ripalta appartiene alla giuriusdizione ducale e non a Piacenza, da cui fu separata quando fu concessa a Niccolò Piccinino.

Domino duci Mediolani.
Sula continentia dela remandata a nuy (a) dala excellentia vostra, supplicacione inclusa del conte Manfredo da Lando, havemo facta debita consideracione et cercate ogni expediente informacione. In effecto, quanto ala prima parte, dove se grava esso conte che siano metute le terre soe de Compiano nel extimo dela comunitade de Piasenza et datali la taxa del sale et deli logiamenti deli cavalli et cetera, troviamo, sì per la disposicione deli aquisti et privilegii suoi, cossì imperiali como deli illustrissimi signori duca Iohanne et Filippo Maria et altre rasone soe, et anche per quello è usitato ali tempi passati, che esse terre non sonno attenute ad contribuire con la comunità dela dicta cità, nì anche sonno usate de havere taxa veruna, nì de sale, nì de cavalli, nì de alcuno altro carrico. Et questo potissime pare li sia concesso et servato per la inaptitudine dele persone et per le confine, quale hanno molto apte a fare del male et bene asay, et anche per le sterilitate dele possessione sue.Et non crediamo seria stato comportato che non levasseno sale, ma perché la signoria vostra, per ordine generale ha mandato che nisuno exempto de taxa de cavalli, non habiamo dicto altro, né diriamo, perché la signoria vostra circa de ciò pò fare como meglio gli piace.Al facto dela iurisdicione de Ripalta, troviamo che appartene ala vostra signoria e non ala dicta citade de Piasenza, però che fo separata quando fo concessa a Nicolao Picinino. Et anche [ 57v] de questo dicemo che essa signoria ne pò fare como li pare, perché a nuy non pare de dire altro sopra de ciò, salvo che, deliberando, remandare la iurisdicione de quella terra a Piasenza seria necessario revocare et annulare quella separacione et concessione de mero et mixto imperio fo facta ala dicta terra de Rippalta per lo prelibato signor duca Filippo. Nì anche pare de dare iudicio sopra la restitucione dela terra de Trasogno, perché la signoria vostra, quando have essa terra da quelli de Campofregoso, gli promessi expressamente de tenerli a sua mano et de non renderla perfino ad uno tempo al predicto conte, siché la remettiamo al parere (b) et piacere suo, la qual in tempo gli porrà provedere, como meglio gli parerà. Ala qual devotissimamente se recomandiamo. Mediolani, viii iulii 1451.
Excellentie vestre dominationis fedelissimi servitores de Consilio Secreto.


(a) Segue parola depennata con più tratti di penna.
(b) parrere con seconda r depennata.