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35. Francesco Sforza al luogotenente di Cremona 1451 giugno 18 Milano.

Francesco Sforza scrive al luogotenente di Cremona di aver sentito volentieri della devozione che Ambrogio Trivulzio ha per il duca. Ringrazia delle informazioni "de quilli fanno quilli dal canto de là". Quanto al vino, se quelli di "Trivoli" non ne hanno a sufficienza per loro, è logico che non ne diano agli altri, ma, "havendone... ultra lo usare suo", il duca vuole che se ne dia con pegni ai soldati.

[ 10v] Locumtenenti Cremone.
Havimo recevuto vostre lettere ale quale respondendo, et primo, ala parte de Ambroxo da Triulcio, il qual tant'opere ce recommandate, havimo oduto volontera quanto dicite in sua comendatio et havimo accepta la sua fede et devotione verso nuy et stato nostro, et, cum el tempo farrimo delle cose gli piaceranno et per certo gli mostrarimo che l'havimo caro, confortandolo anchora luy ad servirce in la rechesta gli havimo facta a tanto nostro bison- gno. Et in questo caso conoscerimo lo amore et dilitione sua verso nuy. A la parte delli avisi che ce haviti dati de quilli fanno quilli dal canto de là, ve ne commendiamo et confortandove benchè non bisongne ad tenere scolte et spie cum tali modi et ordini che de passo im passo siamo avisati de progressi loro. Ala parte de quelli da Trivoli, a nuy non pare habbiete bene inteso le nostre lettere, doveti ben credere che non havendo l'homo vino in casa né per si né per altry, non volimo che lo vada a comparare per dare aly soldati; ma havendone l'homo ultra lo usare suo, siamo bene contenti et volimo che ne dia per li pengni; et cussì volimo se facia et se debbe intendere le cose sanamente et non torle ala extremità. Fariti adoncha fare la cercha et exequiriti l'altre nostre lettere ve mandassimo sopra ciò. Data Mediolani, die xviii iunii 1451.
Cichus.