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88. Francesco Sforza al podestà di Castelleone 1451 giugno 28 Lodi.

Francesco Sforza vuole che il podestà di Castelleone indaghi se è vero che alcuni uomini d'arme o i loro famigli tagliano le biade, nel qual caso egli vada personalmente a prenderlo e lo cacci in prigione. Se per eseguire questo abbisogna dell'aiuto dei locali, li convochi e faccia ciò che è stato precedentemente detto.

Potestati Castrileonis.
Inteso quanto ne scrivi delli damni che fanno quilli nostri soldati ad tagliare le biave de quilli homini nostri dicimo et cussì per la presente te commetemo et ordinamo che, se tu trovaray cum veritate che veruno de quelli nostri homini d'arme, vel loro famegli tagliano le biave delli homini de quello paese, tu gli debbii personalmente andare ad pigliare et cazarli im presone et sia et habia nome como se voglia. Et besognandote, per exequire questo, adiuto et favore dalli homini del paese, siamo contenti et volimo che tu li debbii congregare et fare quanto qui de sopra te scrivimo, avisandote che se alcuno vinirà qua ad nuy ad lamentarse che gli sia stato tolto le sue biave et che sentiamo che tu non gli habii proveduto, nuy darimo tutta la colpa et lo diffecto ad ti et siamo [ 21r] contenti che tu gli mostri questa nostra lettera, ad ciò vedano et comprehendano la nostra intentione et voluntà. Data Laude, die xxviii iunii 1451.
Cichus.