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1. Francesco Sforza a Giovanni da Tolentino 1451 giugno 10 Milano

Francesco Sforza scrive a Giovanni da Tolentino di non gradire la venuta di Thomaso per parlare con Bartolomeo Colleoni con un'ambasciata da parte di Venezia o di qualcun altro dal canto de là; se invece venisse per altri motivi, non vi sarebbe alcun problema, purché fosse accompagnato da Arduccio.

[ 7r] Domino Iohanni de Tolentino.
Respondendo ad quanto ne havete scripto del parlamento che ha avuto Arducio con quello Thomasso, dicemo che de ogni cosa remanemo ad compimento advisati. Ma perché voi diceti ch'el dicto Thomaso vorria venir qui per parlare con Bartholomeo Culione, porria essere che lui gli vorria fare qualche ambasiata et proferta de parte dela Signoria o de qualche un altro dal canto de là, che questo non se faria per lo facto nostro né vorressimo che lui in questo caso gli venisse. Ma havendogli lui da dire cosa alcuna che fusse fuora de questo proposito, siamo contenti che gli venga et ch'el mandati qui acompagnato cum lo dicto Arduccio, siché vedati de intendere prima questo facto et governarve como havimo dicto. Del facto del marchese de Manta (1), havimo inteso quello scrivite: non ne accade de responderve, perché non bisogna farne caso alcuno. Ve mandiamo le aligate che se dirizano ala signoria soa. Volimo glile mandati per uno proprio cavallaro. Mediolani, die iovis x iunii 1451.
Cichus.


(1) Ludovico Gonzaga.