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1004. Francesco Sforza a Tommaso Tebaldi, commissario di Como 1451 ottobre 8 Lodi.

Francesco Sforza scrive a Tommaso Tebaldi, commissario di Como, perché i debitori, in particolare quelli di Sant'Abbondio, paghino i canoni arretrati a Lancillotto Rusca, debitore, a sua volta, della Camera ducale.

Thome Thebaldo de Bononia, commissario Cumarum.
Tu sai como Lanzaloto Ruscha se è convenuto cum nuy per lo debito che haveva col reverendo vescovo passato de Como per la fictalicia de valle de Lugano, al qualle habiamo promisso ogni favore per rescodere et conseghuire quelli soy debitore, et maxime de Santo Abondo, qualli, ne dice, recusano satisfarghe per lo presente como hano facto et solevano fare per lo passato, donde ne poteria satisfare ala promessa et conventione facta cum noy. Il perché ad sua richiesta scrivemo ad Francischo, Americho et Bernabò de Santo Severino che debbano fare comandamento ad tuti quelli d'esso luogho de Santo Abondo, insieme col dicto Lanzaloto, che subito venghano da te, ale qualle habiamo comisso questa differentia et faray ragione ale parte; et cossì per lo presente te comettiamo et vogliamo che, venendo costoro, vedi et procuri con ogni diligentia de intendere unde procede questo manchamento; et atrovando debitori dicti de Sancto Abondo, li astringhi ad satisfare per modo ch'el dicto Lanzaloto et noy vogliamo ad conseghuire el debito nostro. Data Laude, die viii octobris 1451.
Cichus.