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111. Francesco Sforza a Pietro Pallavicini da Scipione 1451 giugno 25 Milano

Francesco Sforza ordina al marchese Pietro Pallavicini da Scipione di restituire i buoi e le cavalle rubati dai suoi uomini, che si sono portati armati sulle terre del conte Alberto Scotti. Lo ammonisce che per qualsiasi rivendicazione si deve riccorrere al duca o ai suoi ufficiali.

[ 34r] Petro de Sipiono, marchioni Palavicino.
S'è lamentato da noy el conte Alberto Scotto, dicendo che a dì xxi del presente li homini vostri da Sipiono, armati, sono venuti sul territorio suo de Vigoleno et gli hanno robbato payra doy de bovi et doe cavalle, non sigliandoli casone veruna, saltim legiptima, perché questo dovesseno fare. De che assay se maravigliano e male possiamolo credere, perché, etiam se cosa alcuna havesse a fare li vostri con li soy, non se doveria procedere ad tale acto, ma havere recorso da noy overo dali officiali nostri e richiedergli rasone, perché non gli sarebbe manchata. Et certo, se cossì è, noy remagnemo malcontenti. Il perché vogliamo et ve caricamo che, vedute le presente, faciati restituire le dicte cose robbate et, se rasone veruna ha li vostri con quelli del dicto conte Alberto, rechiedeno rasone, che gli sarà ministrata, né vagliati che li vostri siano casone de suscitare scandalo, perché ne sarebbe molesto, ma che le cose procedano cum rasone. Mediolani, die xxv iunii 1451.
Iohannes.