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1128. Francesco Sforza al comune e agli uomini di Cotignola (1451 ottobre 21 Piacenza).

Francesco Sforza scrive al comune e agli uomini di Cotignola di aver saputo da sua madre e da loro stessi quello che è successo per il breve, che non ha ancora avuto dal segretario apostolico Biondo. Ritiene, tuttavia, che se gli manderanno l'acclusa lettera ducale, se anche loro gli scriveranno e se gli daranno dei denari, Biondo farà loro avere il breve.

Comuni et hominibus Cotignole.
Havemo veduto et inteso quello ne scrivi la magnifica madona nostra madre et vuy et cossì quello ne hanno dicto questi homini de quello è seguito del facto del breve, qualle non s'è possuto havere da domino Biondo, dela qual cosa havemo havuto despiacere et rencresciuto. Et perché gli repplicamo de novo, como vederiti, pertanto gli mandareti subito per uno vostro la lettera nostra et anche vuy gli scriveriti como ve parerà. Ma non bisogna ve curati (a) del dinaro, che, vedete bene, questo breve è quello ve dà vincto el zogo. Siché provediti per ogni modo che siati de accordio con domino Biondo, facendolo contento de xx o xxx o xl ducati et più e meno, como restareti de accordio per depositare xx ducati, qualli possa havere quando habiati havuto el breve et che luy non è voluto restare contento. Ve dicimo non guardati ad questo, ma gli dati contanti quelli de che sareti de accordio, promettendovi luy de dare el dicto breve, che non dubitiamo quando habia promesso non ve lo daghi. Et questo fati secretamente che non venesse ale orechie del signor marchese o d'altri. Data ut supra.
Cichus.

(a) In A purati.