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1137. Francesco Sforza al podestà di Pavia 1451 ottobre 22 Piacenza.

Francesco Sforza ordina al podestà di Pavia di farsi dire dal delinquente che ha nelle mani chi sono gli altri che con lui, tra Mortara e Pavia, assaltarono alcuni gentiluomini francesi diretti a Roma spogliandoli e derubandoli. Il duca vuole che si faccia in modo di restituire vestiti, cose, denari e documenti rubati.

Potestati Papie.
Credemo che haveray inteso come in li dì passati, venendo de Franza per andare in corte di Romo, alchuni zentilhomini francexi, et passando fra Mortara et Papia, forono spogliati et toltogli alchune robbe et cose et uno de loro fo morto [ 268v] et duy feriti, como tu haveray possuto intendere da quillo malfactore che hay in le mane. Et perché ad nuy sonno più rencrescevele et exose queste robarie che alcuna altra cosa, non deliberamo per modo alcuno de comportare questo excesso, quin imo de farne debita punitione et tale che sia exempio ad tucti li altri captivi. Volimo che examine molto bene questo tale et vedi, cum ogni tuo studio et intellecto, de havere in le mane tucti li altri suy compagni et, havuto li haveray, fa' che subito ne advise per tua lettera. In questo mezo vogliamo che al presente exibitore tu faci integramente restituire tucti i vistimenti, cose, robbe, dinari et lettere d'essi zentilhomini in nome loro, et fa' che non gli manche tanto che vaglia un pontal de strenga, credendo tu de far cosa che grata et accepta ne debia essere. Ben volimo che dal dicto presente exibitore tu togli uno scripto de tucto quello che gli faray consignare. Data Placentie, die xxii octobris 1451.
Cichus.